Dopo una prima fase di incertezza che ha assalito la filiera del settore edilizia e colore per il professionale, abbiamo fatto chiarezza. In sintesi durante questo lungo periodo di lock-down aziende produttrici del settore chimico hanno continuato la produzione, colorifici e ferramenta hanno scelto se mantenere aperte o meno le attività ma la maggior parte dei cantieri sono rimasti chiusi.. Poche rare eccezioni sono state fatte in alcune regioni, ma la sostanza è che si è continuato a produrre e vendere… ma la maggior parte delle imprese e gli artigiani sono stati fermi. Sorge spontanea la riflessioni su chi abbia venduto, chi abbia comprato, cosa e come. Si perché se il decreto ha imposto un fermo totale e la domanda di acquisto non si è azzerata del tutto, vuol dire che i negozi di colore ed edilizia hanno affrontato nuovi strumenti di vendita e distribuzione, in alcuni casi anche con nuovi target ( come il privato che, chiuso a casa, si è dedicato a qualche lavoretto) . Per capire quali sono stati i trend di questo periodo abbiamo fatto qualche domanda ad alcuni rappresentanti delle diverse categorie ed ecco quanto é emerso.
In questo mese come sono cambiate le vendite?
Abbiamo chiesto ad un campione di una ventina di negozi professionali. Corale la diminuzione dei fatturati ( nulla che ci lasci sorpresi data la situazione), in particolare crollano le vendite di materiale professionale come cartongesso e prodotti per il cantiere. Tiene invece ( se non addirittura aumenta) la vendita al privato di piccoli prodotti per la casa ( pittura, attrezzatura, vernici, ma anche prodotti igienizzanti e “kit per la sanificazione”.) . I colorifici più colpiti da questa crisi quindi sono quelli che si rivolgono all’impresa e all’artigiano, e che hanno materiale professionale, difficile da vendere al privato. Esso infatti dati i costi e la complessità dell’applicazione lo ha penalizzato rispetto ai prodotti da Brico che comunque rimane la tipologia di negozio più favorita in questo momento. Nella nostra analisi abbiamo riscontrato quindi che più il target del negozio è professionale e più la decisione è ricaduta sulla chiusura totale a causa del crollo delle vendite. In particolare trattasi di magazzini di edilizia generalizzata o di centri di edilizia leggera. Sporadiche aperture solo per rifornire qualche grande cantiere strategico, come quello di ospedali, farmacie o campi della protezione civile. I’ aumento della domanda di prodotti a consumo, come pitture e vernici per i piccoli lavori in casa ha però anche incentivato ad un cambio delle modalità di vendita, nella speranza forse di cavalcare l’aumento della domanda dei tanti costretti a casa. Alcuni negozi si sono adeguati e dopo una prima chiusura hanno riaperto assecondando le limitazioni nel tentativo di affrontare le difficoltà del momento, ma sempre con uno spirito propositivo. Con le persone chiuse in casa ( anche i professionisti ) sono letteralmente esplose modalità di vendita tramite web, le consegne a domicilio ( anche al privato ), la richiesta di ordini via telefono, messaggistica o addirittura video-chiamata ( soprattutto per l’assistenza nell’applicazione del prodotto).
Nuove limitazioni, nuove modalità di vendita, nuovi target
Chiusi in casa i professionisti si sono dedicati a qualche attività di formazione, spesso anche promosse dalle aziende produttrici stesse sui loro canali web. Pare che molti professionisti con le nuove modalità di vendita delle aziende di rivendita hanno approfittato per ordinare la merce e farsela portare direttamente in casa. I nuovi sistemi di acquisto on-line e consegne a domicilio, se da un lato hanno permesso ai professionisti a casa di proseguire qualche piccolo lavoro o cantieri autorizzati, dall’altro hanno suscitato l’interesse di tanti privati che dal loro divano si sono ritrovati a non distinguere una proposta di vendita professionale da quella di una rivendita brico. Questo ha messo in crisi i punti vendita meno organizzati per assistere il privato e contemporaneamente sollevato la disapprovazione dei professionisti che, fermi a casa, hanno temuto che più al privato sia permesso di fare lavori in casa, meno lavoro ci sarà nella fase di ripresa. Per quanto questo pensiero sia diffuso in tanti artigiani e imprese che abbiamo intercettato, nella realtà sono pochissimi i negozi professionali che hanno virato sul privato. La verità é che il privato necessita di un’assistenza estremamente faticosa qualora decidesse di applicare prodotti professionali e la consegna a domicilio diventa estremamente costosa, soprattutto se offerta gratuitamente come molti negozi hanno deciso di fare. La vera rivoluzione l’hanno fatta le piattaforme di e-commerce, quelle in grado di vendere in tutta Italia mediante corrieri prodotti di ogni tipo. Il vero limite è che si tratta per lo più di prodotti di massa e di consumo, che non necessitano di particolari nozioni di formazione. Qualcuno tuttavia crede sia questa la strada da percorrere per una fase2 in cui ancora sarà preferibile diminuire ogni contatto con le altre persone. La strada che alcuni stanno percorrendo è l’allestimento di piattaforme digitali dove in automatico sarà possibile non solo acquistare la merce, ma anche ricevere assistenza diretta e tutte le indicazioni per una corretta posa del materiale. La strada è lunga e tortuosa, ma una cosa é certa, anche il settore del colore e dell’edilizia Leggera sta cambiando radicalmente e si sta adeguando necessariamente a questa nuova condizione. La verità è che non sappiamo dove stiamo andando ma di una cosa siamo certi: il cambiamento non sempre è un fattore negativo, e noi speriamo che questo sia uno di quei casi.