Nei prodotti vernicianti per edilizia il diluente (acqua o solvente) è il componente che favorisce la distensione e la corretta essicazione del film. Con l’evaporazione del diluente, le particelle di polimero, che si possono immaginare come piccole sfere, si avvicinano sempre più l’una all’altra. All’interfaccia tra le particelle la tensione superficiale assume valori molto elevati, fino ad avere una fusione irreversibile e la formazione di una pellicola. Più il fenomeno di fusione avviene facilmente e più è bassa la temperatura di filmazione. Ciò che regola la filmazione di un polimero si definisce la Temperatura Minima di Filmazione (TMF). I film è efficace solo quando la temperatura ambientale è maggiore della TMF. E’ possibile intervenire sulla TMF, abbassandola quando è troppo alta, cioè oltre la temperatura ambiente, aggiungendo sostanze appunto chiamate “coalescenti” che agiscono sulla superficie delle particelle e favoriscono il fenomeno di fusione.
Il processo di filmazione del polimero può essere compromesso da diverse condizioni applicative e non, alla sua compromissione seguirà un’alterazione delle caratteristiche del prodotto verniciante che lo contiene, le cause possono essere:
• Applicazione a temperature troppo basse.
• Applicazione a temperature troppo elevate o in condizioni di bassa umidità relativa
• Elevato assorbimento del supporto che implica una disidratazione del prodotto verniciante e una essicazione anomala con la conseguente “bruciatura” della pittura.
• Applicazione su supporto non compatto o con residui di polvere, un supporto non depolverato altera il corretto rapporto tra le parti liquide e le parti solide di una pittura, compromettendo sia l’adesione sia le caratteristiche tecniche.
• Diluizione non adeguata del prodotto.
Difformità del supporto dovute a riprese di getto, rappezzi di intonaci con stagionature non omogenee o con differenze granulometriche o possibili diversi gradi di spolveratura se non adeguatamente trattate, possono manifestare alterazioni sia cromatiche, dovute al differente indice di riflessione della luce su supporti disomogenei, sia di qualità tecniche nelle finiture, dovute al diverso assorbimento dell’acqua o del solvente delle diverse sezioni stesse.
Preparare bene il supporto prima di applicare una finitura colorata e non, è condizione fondamentale per una buona riuscita dell’intervento. I supporti che presentano disomogeneità possono essere regolarizzati mediante l’applicazione di idoneo fondo riempitivo o rasante, in modo tale da evitare di tinteggiare su fondi a granulometria e alcalinità differenti, e di ottenere differenze di assorbimenti e di resa cromatica della finitura.
Nel caso si scelga una rasatura in genere, essa deve essere ben asciutta e ben stagionata prima di proseguire l’intervento. Eventuali vecchie pitture devono essere eliminate previa spazzolatura, raschiatura o con l’impiego di sverniciatori. Per l’applicazione del ciclo successivo è fondamentale l’impiego di un fissativo, ma soprattutto è fondamentale usare il fissativo giusto che deve essere scelto in base al tipo di prodotto da sovrapplicare e in relazione alla tipologia ed ai problemi del supporto.
L’utilizzo di fondi riempitivi, generalmente a base acquosa, è fortemente consigliato per uniformare intonaci vecchi e disomogenei, sui quali siano stati fatti rappezzi o a diversa granulometria. Questo genere di fondi sono caratterizzati da una ottima capacità uniformanti, conferitagli dagli inerti contenuti nella loro formulazione, inerti che possono variare nella granulometria in funzione al grado di riempimento necessario. Essi inoltre forniscono una buona base di appoggio per la finitura, rendendo più omogeneo l’assorbimento del supporto, prevenendo la presenza di scalini, chiazze, decolorazioni non omogenee nel tempo, difficoltà di adesione, spolvero, diversità di copertura ecc.