IntònacoStrato di malta di limitato spessore (normalmente da 2 a 3 cm) che si applica sulle superfici delle murature esterne e delle pareti interne degli edifici, per proteggerle dall’azione degli agenti atmosferici, per impermeabilizzarle, per costituire su di esse una superficie uniforme sulla quale si possano applicare tinte, vernici e parati…(vocabolario Treccani).

Per definizione l’intonaco è un sistema di protezione, probabilmente il più antico, che nei secoli è cambiato nella composizione, ma che ancor oggi subisce degrado proprio nello svolgere la sua funzione principale.

Tradizionalmente viene miscelato in cantiere e applicato manualmente in più strati. Gli intonaci moderni realizzati con prodotti premiscelati in fabbrica vengono applicati in modo meccanico, a spruzzo, con l’utilizzo di macchine intonacatrici.

Per una corretta e funzionale posa, per entrambe le tecniche, è necessario risolvere problematiche applicative legate all’ottenimento di planarità, all’assenza di fessurazioni e al raggiungimento di adeguate resistenze meccaniche. Il degrado degli intonaci può avere origine già durante la posa perché, nella ricerca della planarità della superficie, un’applicazione ad alto spessore (3-4cm in mano unica), potrebbe portare alla formazione di fessure che, nel breve periodo, faciliterebbero l’assorbimento di acqua meteorica innescando i relativi fenomeni di degrado. Anche la posa di intonaco a basso spessore (3-5mm) è una situazione critica, perché potrebbe portare a sfarinamenti superficiali e a bassa resistenza meccanica.

I moderni intonaci premiscelati sono confezionati con additivi che limitano queste alterazioni. Il rapporto dell’acqua con la parte in polvere è però importante perché un eccesso di acqua nell’impasto causerebbe fenomeni fessurativi; al contrario, una malta con carenza d’acqua non permetterebbe una corretta idratazione del legante, dando origine a poca consistenza finale limitando le prestazioni e la durata dell’intonaco.

Va ricordato che, quando è a diretto contatto con l’ambiente esterno, l’intonaco è soggetto anche a condizioni climatiche avverse, a volte estreme, che nel tempo lo possono erodere, indebolendolo e rendendo possibile l’assorbimento d’acqua, causa di molti degradi. L’assorbimento di acqua, può contribuire ad aggravare situazioni di umidità di risalita che provoca la migrazione verso l’esterno dei sali solubili presenti nei materiali da costruzione, disgregando gli intonaci.

In molte occasioni l’intonaco è stato definito la “pelle dell’edificio” associandolo all’epidermide umana e ricercando in esso prestazioni di permeabilità al vapore necessarie per un buon equilibrio igrometrico della muratura, con la differenza sostanziale che, al contrario della pelle umana, non è in grado di rigenerarsi.

A questo punto è fin troppo evidente che queste superfici, particolarmente esposte, per mantenere le caratteristiche iniziali necessarie a svolgere il compito di preservare le strutture sottostanti, devono a loro volta essere protette con adeguati sistemi di finitura.

Questi sistemi devono essere scelti tenendo conto della tipologia dell’edificio, della natura degli intonaci e valutando il contesto storico. Considerando le sollecitazioni a cui sono sottoposti gli intonaci è necessario scegliere le finiture privilegiando le prestazioni di efficacia e durabilità, che non possono prescindere dalla resistenza all’acqua unita alla permeabilità al vapore.

Per tinteggiare un intonaco fortemente degradato occorre prima di tutto valutare visivamente e tramite incisioni con attrezzi, quali scalpellino o raschietto, lo stato di consistenza dei supporti. Nel caso in cui si presentino ben coesi, sufficientemente duri da incidere, regolari e planari, è possibile, dopo la preparazione con eventuale lavaggio a pressione, applicare il ciclo di finitura scelto. In presenza di supporti disaggregati, poco coesi e friabili è necessario valutare se, con una preparazione adeguata, i fondi sono recuperabili tramite rasatura con materiali idonei. Nei casi peggiori con intonaci molto degradati, con parti in distacco o fortemente fessurati, può risultare necessario demolire e riapplicare nuovamente l’intonaco.

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